Monaco 1958 by David Peace

Monaco 1958 by David Peace

autore:David Peace [Peace, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2024-10-17T15:45:21+00:00


parte terza

Il valzer del diavolo

10

Da quel primo fischio, partì una specie di urlo, un rumore che non si era mai sentito prima, una sorta di stridulo verso animalesco che aveva i suoi picchi, picchi acuti, ma proseguì ininterrottamente per tutta la partita. Eppure, all’inizio, sembrava di non assistere davvero a una partita, ma di guardare un film, con attori a recitare la parte delle persone che si conoscevano, e anche la folla sembrava diversa, c’erano molte più donne del solito quella sera, ma poi gradualmente il calcio iniziò a prendere il sopravvento. Ci fu una parata di Harry Gregg nei primi minuti, un bel contrasto vinto dal giovane Mark Pearson, ma con le sue maglie bianche e blu e i suoi calzoncini neri lo Sheffield Wednesday iniziò a provare a giocare, a spingersi in avanti in mezzo al frastuono, gli ululati, le grida, i nomi dei Morti gridati al vento all’improvviso, come per convocarli, richiamarli indietro, dalla notte, un cross mancato da Harry Gregg ma che Ronnie Cope spazzò via, eppure c’era la sensazione che fosse qualcosa di fragile fatta di cerotti e preghiere, questa squadra di paglia e speranza, ma poi Ernie Taylor iniziò a chiedere il pallone, correndo di qua e di là, dappertutto, facendosi vedere sempre più spesso, chiedendo il pallone, prendendolo, correndo con il pallone, un minuto lanciava Colin Webster all’ala destra, il minuto dopo si girava e lanciava il pallone a Shay Brennan sulla sinistra, passaggi di venti, trenta metri, uno più preciso dell’altro, poi, dopo avere allungato il centrocampo del Wednesday da una parte e dall’altra, Ernie giocava un pallone dritto in mezzo perché Alex Dawson o Mark Pearson scattassero a prenderlo, e una volta tirò lui stesso, colpendo il palo nelle prime fasi, ma forzando costantemente, spingendo il Wednesday sempre più indietro. La palla in area di rigore, per il colpo di testa di Bill Foulkes, la palla respinta in corner dal loro portiere. La folla che urlava, che li incitava mentre Shay Brennan correva alla bandierina di sinistra, e poi Shay batté il calcio d’angolo, di destro, a rientrare, il pallone quasi sospeso sopra la rete, sfuggito a due difensori del Wednesday e al loro portiere, il pallone trasportato, sospinto dal freddo vento notturno oppure risucchiato, spinto dalla volontà del pubblico dietro la rete del Wednesday, ma in un modo o nell’altro, in un modo o nell’altro il pallone stava cadendo, era caduto in rete, come se un invisibile Tommy Taylor fosse svettato più in alto di tutti a deviarlo, e l’Old Trafford esplose in un altro ruggito, diverso, sempre acuto e stridulo, ma ora in un’esclamazione di gioia strana, riluttante, gioia mista a sollievo e a sfida, le lacrime dei tristi felici, i cappelli e le sciarpe lanciate su, su, su in aria. E malgrado il Wednesday continuasse ad attaccare, e attaccare ancora di più nel secondo tempo, e Albert Quixall a spingere indietro la difesa dello United, con un tiro che uscì solo di poco, comunque questa rabberciata squadra dello United resistette.



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